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Il baby attaccante dell’Italia Wilfried Gnonto ha parlato della sua prima esperienza con la Nazionale maggiore, elogiando il lavoro del c.t. Mancini. 

Wilfried Willy Gnonto è stata la grande sorpresa di questo nuovo ciclo dell’Italia di Roberto Mancini. Un ciclo che si basa sui giovani, per ripartire dopo la delusione per la mancata qualificazione al Mondiale in Qatar. Il baby attaccante dello Zurigo ha anche segnato il suo primo gol in azzurro, nell’amara sconfitta per 5-2 contro la Germania.

Wilfried Gnonto

Wilfried Gnonto (Foto Twitter Nazionale italiana)

E in una lunga intervista al Corriere della Sera, Gnonto si è raccontato tra la sua prima esperienza in Nazionale maggiore e il suo passato: «Il primo gol? Non è servito a niente, mi dispiace sia arrivato in una sconfitta del genere. La cosa più importante era vincere, invece è andata male». 

L’attaccante classe 2003 ha poi elogiato il lavoro del c.t. Roberto Mancini«Ha riunito gli 8-9 giocatori che ha convocato dopo lo stage e ci ha detto che dovevamo farci trovare pronti. Lì ho capito che credeva davvero in noi. E questo su di me ha lasciato il segno. Quello che ha fatto il c.t. con noi giovani non era per nulla scontato. È stato un segnale forte». 

Su come gestirà la fama arrivata dopo questo mese speciale ha detto: «Bisogna mantenere sempre l’equilibrio. Non ero molto conosciuto prima di queste quattro gare, mentre ora magari lo sono un po’ di più. Ma non ero scarso prima e non sono un fenomeno adesso». 

Nazionale, Gnonto si racconta: dai sacrifici dei genitori all’arrivo a Zurigo

Gnonto però non dimentica da dove è partito e i sacrifici fatti dai suoi genitori: «In questi giorni ho realizzato tanti sogni che avevo quando ho iniziato a giocare. E lo devo ai tanti sacrifici fatti, soprattutto dai miei genitori. Quello che hanno fatto loro per me è stato incredibile. Molte volte non c’erano i soldi per andare a Milano all’allenamento: mia mamma lavorava in un hotel a Baveno e sperava nelle mance, per pagare la benzina. Da piccolo non potevo realizzare, ma adesso che ho 18 anni queste cose mi provocano un sentimento strano». 

L’attaccante ha poi parlato della sua avventura allo Zurigo: «Gli sono grato per avermi dato l’occasione per dimostrare il mio valore in prima squadra. Lo Zurigo ha rischiato su di me, sono stato fortunato a incontrare loro. E anche ad avere i miei genitori con me». 

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